Inconsapevole successo o consapevole valore? Tu cosa hai scelto?

Fare consapevolmente e fare inconsapevolmente: qui alberga la sottile e sostanziale differenza che distingue un asettico lavoro da un vero servizio.

Molte persone, congelate nelle proprie paure, lasciano che qualcosa di più forte le trascini in contesti e spazi operativi lontani dal loro reale modo di essere.

L’uomo, guidato dai suoi automatismi perpetrati, si trasforma, così, nel “dipendente” modello di un sistema affamato di assoggettamento e schiavitù velata.

Avviene, in tal modo, l’ininterrotto ciclo di un vasto gruppo di automi inanimati: corse mattutine, tensioni nel traffico, svolgimento del proprio lavoro-costretto, ritorno a casa, cena, tv e ripresa della sequenza.

Tutto questo accade perché non ci si ascolta, perché ci si lascia trascinare da un flusso divenuto immenso, da un potere scatenante e dissolvente: un mondo guidato principalmente da scopi di lucro e benefici economico/finanziari. Un sistema che ha assoggettato l’essere uomo, rendendolo il consumatore per antonomasia e portandolo a gestire la propria esistenza con un solo fine: vivere per guadagnare e spendere il proprio guadagno per acquistare ciò che gli viene detto di acquistare.

Le mode, ad esempio, sono micidiali e potenti: riescono a guidare masse di “caproni” nel fare e nel seguire linee standard dettate dall’alto. Questo gregge-umano spento, privo di interessi e di cuore, si affida a chi riesce ad indicargli la strada e offrirgli quell’orientamento che, diversamente, non sarebbe in grado di trovare.

Anche se questo freddo scenario può generare in molti una sorta di rabbia e malinconia, ACCORGERSI che tanti zombie popolano la terra può, tuttavia, divenire ulteriore motivo di spinta all’azione per quei pochi che, oggi, hanno scelto di risvegliarsi.

Tutto parte dal riconoscersi, ritrovarsi, ascoltarsi al di là del chiacchiericcio circostante, delle opinioni modaiole, di ogni elemento che comporta un insano condizionamento pronto ad allontanarci da ciò che realmente siamo.

Come ho scritto all’inizio di questo articolo, tutto si muove intorno al fare consapevole ed inconsapevole.

Quanti, oggi, si sono resi conto di essere vittime di un sistema finto?
Quanti sono riusciti a comprendere che vivere solo di abiti griffati o automobili all’ultimo grido non è altro che un modo per cercare di essere apprezzati e riconosciuti?
Quante persone riescono davvero a slegarsi dall’idea di possedere, “ad ogni costo”, tutti quei beni inutili, abilmente sfornati e posti alla mercé di questo mondo di adepti dormienti?
Quanti sono in grado di vivere la vita che vogliono e non quella dettata e costruita da altri?
Quante persone riescono a non farsi condizionare dai modelli imposti dai media?
Ci sono uomini in grado di cogliere nella parola “successo” un significato diverso da quello di “popolarità”, riconoscimento e “applauso esterno”?

SUCCESSO O VALORE?

Come diceva Einstein “Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore”

Il successo, come comunemente inteso oggi, è una sorta di ingranaggio.
Questo tipo di successo si sgretola se non ci sono altri ad attribuirlo. L’uomo di successo odierno è spinto dalla paura di perdere la propria posizione e agisce per non provare questa mancanza.

Un uomo di valore, invece, è una persona fuori dal sistema.
Una persona di valore porta SEMPRE con sé la propria ricchezza e non necessita di applausi esterni.
Il suo benessere non dipende dagli altri, il suo riconoscimento non è legato all’esterno.

Per comprendere meglio questo concetto, immagina un uomo di successo in una foresta: ebbene, egli non potrebbe esistere, perché cercherebbe quell’applauso e quel riconoscimento irrintracciabili in un simile luogo. Invece, in una foresta, un uomo di valore porterebbe con sé la propria ricchezza interiore. Riuscirebbe ad accrescere, ulteriormente, il personale benessere, già insito in lui, anche semplicemente ammirando le bellezze della natura che lo circondano come un fiore, un albero, il volo di un uccello …

Il successo, come inteso oggi, è qualcosa che si HA.
Il valore è qualcosa che si E’.

Avere VS Essere.

E TU, SEI UN UOMO DI VALORE O DI SUCCESSO?

Ebbene, tornando a parlare di fare consapevole ed inconsapevole, colui che agisce consapevolmente ha scelto di essere un uomo di valore. Anche se quest’ultimo dovesse trasformarsi in un uomo di successo, nel senso sopra descritto, non ci farebbe caso perché non gli attribuirebbe l’importanza che, comunemente, la massa, gli attribuisce. Non si darebbe da fare per ottenere, possedere e mantenere il suo status di “successo”. Egli farebbe e offrirebbe tutto se stesso a prescindere dalle circostanze.
Ricorda: il punto non è fare o non fare ma essere coscienti e non esserlo.
Essere coscienti non significa SAPERE (non confondere le due cose) perché quando lo sai soltanto ancora non lo sei.

Esserne coscienti significa assimilarlo con tutto il proprio essere, sentirlo scorrere nelle vene come pura essenza, lasciarsi inglobare ed inglobare allo stesso tempo.

Averne coscienza significa osservare ed osservarsi per accorgersi di essere nel mondo ma non del mondo. Vuol dire agire con scaltrezza nella materia, assimilando il proprio essere autentico ed accorgendosi della deformazione del sistema circostante.
Il fare consapevole, infine, presuppone la capacità di cogliere il senso distorto di un mondo a rovescio amandolo e benedicendolo per come è, pur gestendolo con consapevole maestria.

Concludo con un passo del Vangelo molto significativo in tal senso.
A te l’interpretazione:

Matteo 10,16
“Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.”
Donatella

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