Il senso della verità efficace: dall’integrazione all’anti-giudizio.

 

Tra gli scontri di opinione, che si verificano nel quotidiano (in ogni dove), sarebbe opportuno e funzionale abbracciare la formula di un nuovo paradigma più centrato e flessibile: non esiste l’assoluta verità di un sistema, di un metodo o di una visione particolare del mondo!

Ogni punto di vista è arbitrario: c’è sempre un “altro modo” per vedere una singola prospettiva.

Una VERITA’ deve essere ritenuta conveniente, piuttosto che veritiera in termini di realtà, in quanto una riorganizzazione della stessa (quindi l’ipotetica creazione di un nuovo e diverso paradigma), potrebbe risultare altrettanto sensata ed efficace, per scopi di differente tipo.

La varietà e le potenzialità della vita sono infinite e in essa vi sono illimitate soluzioni. Non esistono VERITA’ ASSOLUTE ma esistono VERITA’ PRATICHE in cui i mezzi determinano il fine: ciò che conta è l’efficacia.

<<FUNZIONA, DUNQUE E’ REALE>>

Esistono verità effettive pertinenti a ciascun livello di coscienza individuale.
In questa differente ottica, il criterio di verità viene determinato dall’efficacia.

Ad esempio: vi sono persone che, ancora oggi, seguono pedissequamente la via allopatica per ottenere una ipotetica guarigione. Altre che si affidano all’omeopatia piuttosto che a nuove terapie olistiche. C’è chi predilige una mistura dei vari rimedi.

La verità è che, per una persona che ha mal di testa, può funzionare un rito elaborato piuttosto che una meditazione profonda; per un’altra sarà necessario prendere un’aspirina.

Qual è la cura giusta? Quella pertinente allo stato dell’essere.

Ecco che la verità si trasforma in un’essenza plasmabile che tende ad adattarsi alla circostanza che incontra.[1]

In questa ottica più aperta, che pone la verità su un piano plastico e modificabile, in base all’esigenza, l’atto dell’integrazione si trasforma nel livello successivo da perseguire.

L’integrazione di due forme disuguali può portare alla costruzione di un nuovo piano di realtà, molto probabilmente più strutturato ed efficace.

In tal senso, l’apertura verso visioni differenti dalla nostra, diviene baluardo indiscusso per la crescita e l’evoluzione individuale e di gruppo.

Accogliere, piuttosto che respingere o contrastare. Integrare, con l’obiettivo di allargare il proprio mirino.

UN TERRENO FERTILE PER L’ANTI-GIUDIZIO.

Questo differente modo di pensare, con rinnovato “modus operandi”, potrebbe divenire terreno fertile per l’atto dell’ANTI-GIUDIZIO:

<<Accetto il tuo punto di vista e cerco di guardare il mondo con i tuoi occhi.
Integro le due parti e ne creo una visione rinnovata>>

A che pro scontrarci in modo acerrimo se consapevoli della caducità della nostra verità? Perché molti di noi sembrano essere detentori di un credo indiscusso ed inattaccabile? Con quale presunzione (dal latino praesumptio = io prendo prima) riteniamo di doverci accaparrare il primato di una obiettiva veridicità?

Siamo le parti di un TUTTO che si ostina a settorializzare, a compartimentalizzare … a dividere anziché UNIRE.

“in verità” 😉  anche questa mia esternazione potrebbe essere contraddetta … Ben venga! Sarò felice di accogliere ed integrare “il nuovo” rispetto a questa visione SOGGETTIVA.

A te la VERITA’! :mrgreen:

Donatella

[1] Concetto tratto dal testo “RISOGNARE LA REALTA’” di Dari Canil

Pietro Lo Iacono
agosto 7th, 2017 at 5:16 pm

tesi antitesi sintesi?

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